la Semantica dell'Onomatopea
⇨ I Rumori
testo - pag.1
Il Tuono
E nella notte nera come il nulla,
a un tratto, col fragor d'arduo dirupo
che frana, il tuono rimbombò di schianto:
rimbombò, rimbalzò, rotolò cupo,
e tacque, e poi rimareggiò rinfranto,
e poi vanì. Soave allora un canto
s'udì di madre, e il moto di una culla.
Da "Myricae" di Giovanni Pascoli in Opere, a cura di G.Contini, Milano, Modadori, 1974.
(prof. Pisani)
lessico - pag.1
col fragor d'arduo dirupo: con il rumore di una roccia scoscesa che frana
di schianto: di colpo
rimareggiò rinfranto: tornò a rumoreggiare come l'onda del mare che si spezza, provocando un rimbombo
vanì: svanì, si affievolì fino a scomparire
moto: movimento della culla
Figure retoriche
Allitterazione per consonanza in "n" (v. 1)
Paronomasia fra "nella" e "nulla" che dà un senso d'attesa iniziale (v. 1)
Allitterazione per consonanza in "r" e per assonanza in "u" ed "o" (v. 2)
Allitterazione per consonanza in "r" e per assonanza in "o" che riproduce il suono del tuono (v. 4)
Allitterazione in RIMB - RIM con funzione onomatopeica
Onomatopee "col fragor" , "il tuono rimbombò di schianto: rimbombò, rimbalzò, rotolò cupo"
(prof. Pisani)
guida - pag.1
Si propone l'ascolto della poesia del Pascoli "Il tuono" facente parte della raccolta Myricae (1894).
La lirica è la rappresentazione soprattutto uditiva di un temporale che offre l'occasione al poeta di utilizzare in modo efficace il fonosimbolismo, cioè l'effetto evocativo provocato da alcuni suoni, indipendentemente dal significato delle parole.
Nel buio pesto della notte d'improvviso si sente un boato pauroso, seguito da schianti e rumori cupi, come se dei macigni franassero giù per una montagna: è il fragore di un tuono che, dopo una breve pausa di silenzio, per effetto dell'eco si ripete via via più debole, fino a esaurirsi. Il tuono è il tipico rumore che spaventa i bambini: per questo, una volta finito il suo boato, conforta sentire una mamma che, per calmare il figlioletto, intona con voce dolce una ninna nanna e fa dondolare la culla del piccolo.
Myricae è la raccolta poetica più importante del Pascoli. Conosci qualche altra poesia appartenente alla stessa raccolta? Attraverso il confronto tra diversi componimenti poetici riassumi i motivi e le tematiche ricorrenti.
(prof. Pisani)
teoria - pag.1
Le onomatopee (dal greco onomatopoiìa, creazione di un nome mediante l'imitazione di un suono) sono quelle parole che riproducono, attraverso i suoni linguistici di una lingua, il rumore o il suono associato ad un oggetto.
Un esempio? Tic- tac è una parola onomatopeica, perché imita il rumore che fanno le sveglie antiche, din-don il suono della campana, eccì lo starnuto, patatràc il rumore di qualcosa che cade a terra.
Esistono due tipi di onomatopee: semplici e derivate
DERIVATE
- Sono parole che riproducono un suono attraverso il ricorso a fonemi (o, nello scritto, a grafemi): bip, bum, crac, din-don;
- sono iserite nel discorso senza legami sintattici con il resto della frase: tra gli alberi si sentivano frinire le cicale: frrr, frrr.
- In alcuni casi possono essere usate come nomi invariabili, precedute dall'articolo: la quiete del pomeriggio era disturbata da un frrr frrr continuo.
- Si ottengono da quelle semplici mediante l'aggiunta di un suffisso (bee belare muh muggire);
- si integrano nella frase come le corrispondenti parti del discorso: nomi (tintinnio, gracidio) o verbi (tintinnare, gracidare): il gracidio delle rane disturbava la quiete della sera.
(prof. Pisani)
esercizi - pag.1
Esercizio n. 1 (completamento)
Figure retoriche come l'onomatopea hanno lo scopo di ampliare l'espansione evocativa di immagini e parole.
Osserva lo schema di seguito riportato e pensa ad altri esempi di onomatopee.
acqua che scorre da una sorgente
bambino che dorme placidamente
orologio a cucù
volo di una mosca
(prof. Pisani)
esercizi - pag.2
Esercizio n. 2
Trova il verbo preciso per indicare il rumore prodotto dalle cose elencate qui sotto:
- i chicchi di mais mentre diventano pop corn
- la frusta di un domatore, agitata in aria
- la legna sul fuoco
- la cipolla nell'olio bollente
- le assi di legno di un vecchio pavimento
- il gesso sulla lavagna
- un cancello arrugginito
Da M. Birattari, E' più facile scrivere bene che scrivere male. Corso di sopravvivenza. Ponte delle Grazie, 2011, pg. 79.
(prof. Pisani)